Ritorno dopo solo poche settimane in questi posti eppure sembrano passati anni. Alla stazione ad attendermi, il preside di quando andavo alle medie. Ora amico, che mi offre un abbraccio. Qualche anno fa era figura temuta, ora persona che mi accompagna lunga la strada che l'ultima volta avevo fatto con mio padre. Per lui sono venuta quassù oggi. Ripercorriamo la stessa strada, identica. Le stesse curve, andiamo nello stesso posto del resto. A casa ritrovo le stesse persone, solo che mia madre non mi corre incontro sorridente, in casa non c'è luce che attende le risa di Chandra. Poca luce e nessuna risata. Occhi rossi e lacrime. Mio padre non c'è. Lui non c'è da ieri, forse da prima, non lo sappiamo. Quando arrivo all'Hospice vedo quel che resta di lui nel letto e ancora una volta mi ricordo del perché di tante cose. Quante volte abbiamo parlato di questa situazione, ma non era per lui, era per me. Ne abbiamo parlato quando si parlava di Welby, ne abbiamo parlato quando è morta Eluana. E lui diceva "no, io non lo avrei mai fatto". "Ma papà", dicevo io "se io te lo chiedo, te lo sto chiedendo ora, se mi succede, se succede a me, come è successo a Eluana, per favore, non lasciarmi lì così" e lui mi diceva "no, io non la stacco la spina, Sofia." Fermo, deciso, convinto. Abbiamo discusso, abbiamo discusso forte, quella volta. Io tornavo da Udine. Ero là quando Eluana era morta. Ero a Udine. E lui mi stava dicendo che non gli interessava della mia volontà, lui non lo avrebbe fatto, mi avrebbe tenuta qui. E così... destino vero? Lo chiamate così? Ora è lui, lì nel letto. Fermo, immobile, senza vedere, sentire.... che pensa? Pensa? Spesso mi viene detto, quando parlo di testamento biologico... "E certo, facile dire che volte che vi si stacchi la spina, ora che state bene, ma poi, quando siete lì nel letto, magari cambiate idea.."... ora vi chiedo... e se fosse il contrario? Ve lo siete mai chiesto? Chi vi dice che mio padre non abbia cambiato idea? A mia madre ha chiesto, qualche giorno fa, quando ancora era in grado di capire, di sentire, di parlare e di muoversi da solo "non sei ancora stanca di stare con un uomo di 66 anni ridotto così?".. Chi ci dice che non si renda conto della sua condizione e non voglia smettere di stare male? Perché in Italia siamo ancora così indietro da non voler vedere quando qualcuno è giunto alla fine e da non voler accettare l'inevitabile?
Oggi è venuto il prete a dargli l'estrema unzione. Che strazio. Vedere tutte quelle persone disperarsi perché una persona si sta per ricongiungere a quello che per loro dovrebbe essere il loro Dio... Non sono riuscita a lasciar cadere nemmeno una lacrima. Ho avuto la sensazione che anche lui, mio padre, ad un certo punto, cercasse di mandarli via. "Hei voi, io sono qui, vi sento, la piantate. Non sono ancora morto. I casi sono due. O mi fate morire e poi vi mettete a piangere. O la piantate e mi leggete i titoli dei giornali. Ma che stiate piangendo come se fossi morto ma mi tenete qui vivo non è che mi vada a genio. Vedete voi." Lo so, non avrebbe usato queste parole, ma io le ho sentite lo stesso.
Impariamo a piangere i morti, ma se li vogliamo tenere vivi, almeno comportiamoci in modo che si sentano vivi davvero, per favore.