domenica 4 dicembre 2011

Un pomeriggio con Vito Mancuso


"I've got my mind set on you" ... questa la prima frase che mi viene in mente quando penso a cosa raccontarvi dell'incontro avuto ieri con Vito Mancuso. Un uomo, prima che un teologo, che riesce a raccontare in modo quasi semplice (non semplicissimo, ma vista la portata del tema trattato credo sia comprensibile). In realtà mi aspettavo qualcosa di diverso, qualcosa di un pochino meno pesante, ma alla fine il messaggio è arrivato. Ho passato un pomeriggio parlando di Dio, di religione e di tutto quello che intorno a questo argomento ruota.
Abbiamo chiacchierato di religione, del ruolo che questa dovrebbe avere , e che invece non ha,  nella vita comune. Del fatto che forse (sicuramente ndr) la Chiesa dovrebbe cominciare a guardare un po' meno alle sue apparenze e scendere un po' di più in mezzo agli uomini, e provare una vita più normale, più vicina agli insegnamenti "base" di quella religione di cui si fa portatrice. La Chiesa, e la religione, non sono state in grado, secondo Mancuso, "di seguire l'evoluzione de "lo spirito del mondo" seguendo più se stessa, amando più il potere e i dogmi stabiliti, funzionali all'esercizio del potere, che il mondo e la vita del mondo".
E mi "fa strano" che mentre scrivo di religione cattolica e di Chiesa, le uniche canzoni che mi conciliano la scrittura e me la facilitano sono quelle di George Harrison, scritte quando si è innamorato della religione induista.
"My  Sweet Lord" un'acclamazione a un Dio che, come scrive Mancuso nel suo libro, non è un "nome proprio" ma qualcosa di più grande. Una concezione, quella personalistica di Dio, che ci viene inculcata fin da piccoli e che invece, scrive sempre Mancuso nel suo libro "è l'errore più comune, e che impedisce di comprendere l'effettiva realtà in gioco".
Durante la presentazione del suo libro, IO E DIO - Una guida dei perplessi, ad Arezzo per Il Giardino delle Idee,  davanti a tantissime persone che hanno prenotato con largo anticipo per potersi sedere, Vito Mancuso ha parlato di tante cose, alcune veramente "toste" che riassumerle diventa quasi impossibile. Vi rimando alla lettura del suo libro (che io ho letto) ma soprattutto vi consiglio di leggere il prologo. Una parte in genere snobbata nei libri dai lettori, che invece in questo preciso caso merita davvero un'attenzione particolare.
E' li infatti che ritrovate il Vito Mancuso uomo, e non teologo, il Vito Mancuso dei dubbi e delle perplessità che lo hanno poi portato a scrivere questo "manuale". Un Vito Mancuso che parla si come un prete (almeno questa la mia impressione) e che riesce anche a far appisolare un paio di persone, ma che alla fine, a cena, quando si era in pochi e si era meno "sotto il riflettore" si lascia andare e ride e scherza e pare quasi "una persona normale".
Ah, per i curiosi che me lo avevano chiesto. SI, Vito Mancuso legge la Bibbia, così come i Vangeli, esattamente come noi Induisti leggiamo la Baghavad Gita. Ogni tanto qualche pagina. In genere rilegge un Libro per volta.